Soffri di mal di schiena, alla parte bassa della colonna vertebrale, con fastidi che possono che arrivare anche fino ai glutei? Potresti avere una lombalgia e questa può essere anche accompagnata ad una limitazione dei tuoi movimenti.

Non è semplice provare a misurare oggettivamente la lombalgia ne tanto meno quantificarne la sua incidenza e la sua frequenza nella popolazione; tuttavia si può affermare con discreta accuratezza che il mal di schiena è il disturbo doloroso più diffuso al mondo, insieme al mal di testa.

Lombalgia e mal di schiena: quanto sono diffusi?

Una percentuale variabile tra il 50% e l’80% della popolazione adulta avrà almeno un episodio di mal di schiena o lombalgia nell’arco della propria vita, ed ogni anno circa il 40% della popolazione avrà un episodio di mal di schiena. Ciò significa che solo il 10-20% della popolazione adulta non ha mai sofferto di lombalgia, e questo è un dato molto significativo che deve far riflettere.

La storia del mal di schiena e della lombalgia

In passato si pensava che la maggior parte delle persone affette da lombalgia avessero disturbi di breve durata, e che solo una minoranza sviluppasse un problema cronico. E’ sicuramente vero che una buona parte degli episodi acuti si risolvono velocemente, e spesso anche spontaneamente, ma studi più recenti dimostrano come ci siano un’alta percentuale di recidive ed una buona percentuale di persistenza dei sintomi. Cosa significa tutto questo? Semplicemente che il problema principale del mal di schiena non è l’evento acuto attuale, ma l’elevata probabilità che vi sia un secondo episodio nel corso del tempo, o che i sintomi dolorosi non scompaiano mai completamente.

La possibilità di avere una recidiva dopo un episodio di lombalgia o mal di schiena infatti, è maggiore del 50%, e circa il 30% della popolazione con mal di schiena sviluppa un problema a lungo termine, che può portare a un eventuale dolore cronico.

Concludendo: molti episodi di mal di schiena sono brevi e limitanti, ma una cospicua percentuale di persone avrà sintomi persistenti nel tempo; una piccola minoranza di questi svilupperà dolore cronico. Se il dolore persiste, la probabilità di guarigione spontanea si riduce dopo le prime settimane.

I fattori di rischio per il mal di schiena

I fattori di rischio per il mal di schiena sono variabili in relazione allo stile di vita, all’attività lavorativa, ai fattori genetici ed alle caratteristiche individuali degli individui. Questi fattori possono determinare la comparsa del mal di schiena, e possono anche influenzare il decorso del problema.

La tabella che segue illustra i fattori di rischio suddivisi  in 3 dimensioni: fattori individuali e stile di vita, fattori fisici o biomeccanici, fattori psicosociali.

Le tre classi principali dei fattori di rischio per il mal di schiena

Classi di fattori di rischio Esempi  
  Fattori individuali e dello stile di vita Storia di lombalgia, età, sesso, peso, forza muscolare, flessibilità, fumo  
  Fattori fisici e biomeccanici Sollevare pesi, lavori pesanti, vibrazioni, guidare, flettersi, sedersi, torsioni  
Fattori psicolociali Depressione, ansia, stress, insoddisfazione al lavoro, controllo al lavoro, depressione  

In passato si poneva molta attenzione ai fattori individuali come l’età, il sesso, il peso; successivamente ai fattori fisici e biomeccanici relativi ai movimenti e posizioni della vita quotidiana, delle attività lavorative e del tempo libero; attualmente c’è un incremento dell’interesse degli aspetti psicologici e sociali, come stati di stress o depressione, insoddisfazione lavorativa, ansia.

Mal di schiena: i fattori individuali

Il fattore di rischio più importante per l’insorgenza di lombalgia e mal di schiena è come detto in precedenza avere già avuto un episodio di mal di schiena. Non ci dati significativi sul fatto che sesso, obesità, scarsa forma fisica, alta statura ed asimmetrie posturali siano degli elementi che aumentino il rischio di avere dolore alla schiena, e credo sia un elemento importantissimo da sottolineare in quanto troppo spesso queste categorie di persone sono state mal informate nel corso della loro vita.

Lombalgia: i fattori biomeccanici

In generale, non è semplice capire quali siano i movimenti o le posizioni che possano causare dolore lombare, e soprattutto in che misura. Tuttavia ci sono delle coerenze tra vari studi, su alcuni fattori biomeccanici che influiscono negativamente sulla salute della colonna vertebrale:

  • lavori sedentari;
  • flessioni della colonna ripetute;
  • flessioni della colonna mantenute;
  • carichi eccessivi o improvvisi sulla colonna;
  • guidare;
  • lavori sedentari;
  • lavoro in piedi prolungato o seduto prolungato.

Lombalgia: i fattori psicosociali

Il ruolo delle dimensioni psicologiche e sociali come fattori di rischio per la lombalgia è ormai riconosciuto, e riveste un ruolo importante. Scarsa soddisfazione al lavoro, elevate richieste lavorative, monotonia lavorativa, relazioni sociali con colleghi o familiari scadenti, stress e ansia hanno dimostrato essere dei fattori di rischio comuni in molti studi.

Grazie per il vostro interesse per questo argomento; nei prossimi giorni uscirà la seconda parte, in cui si descriveranno le cause anatomiche e meccaniche del mal di schiena, e vi darò dei piccoli consigli su come prevenire l’insorgenza o evitare il peggioramento del mal di schiena.

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